Il doppio peso della giustizia internazionale: Israele, Russia e l’asimmetria delle sanzioni
Nel dibattito pubblico internazionale si parla spesso di "valori universali", ma nella pratica questi valori vengono applicati in modo selettivo. Alcuni Stati, come la Russia, sono colpiti duramente e rapidamente da sanzioni per presunti crimini di guerra. Altri, come Israele, pur essendo accusati da decenni di gravi violazioni, continuano a godere del sostegno politico e militare degli Stati Uniti e dell'Unione Europea. Questo doppio standard mette in luce un problema di fondo nella giustizia internazionale: la sua dipendenza dagli equilibri di potere.
Il quadro giuridico internazionale
I crimini di guerra e contro l'umanità sono regolati da trattati internazionali come le Convenzioni di Ginevra, lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale (CPI) e la Convenzione sul genocidio del 1948. Attualmente, la CPI ha aperto due indagini formali: una sulla Russia per l'invasione dell'Ucraina e una su Israele per il trattamento riservato ai palestinesi.
Nel 2025, la Corte ha respinto l'argomento di Israele secondo cui la CPI non avrebbe giurisdizione, confermandone invece la piena competenza. Parallelamente, la Corte Internazionale di Giustizia ha ordinato a Israele misure provvisorie in un procedimento per genocidio avviato dal Sudafrica. Per quanto riguarda la Russia, la CPI ha emesso nel 2023 un mandato di cattura contro Vladimir Putin
