La Geoingegneria non è fantascienza:


La geoingegneria è l’insieme di tecniche ideate per modificare intenzionalmente il clima terrestre, sia attraverso la rimozione della CO₂ (CDR) sia tramite la gestione della radiazione solare (SRM), come l’iniezione di aerosol o la semina aggressiva delle nuvole. Esistono due approcci distinti: la modificazione meteorologica locale (piogge indotte, dispersione della nebbia, riduzione della grandine) e la modifica ambientale su larga scala, che mira a influire su sistemi globali con conseguenze potenzialmente enormi. Queste tecniche non appartengono alla fantascienza: sono già state sperimentate in contesti bellici. L’esempio più noto è Project Popeye, l’operazione segreta condotta dagli Stati Uniti in Vietnam (1967–1972), dove la semina artificiale delle nubi prolungò la stagione delle piogge lungo il sentiero di Ho Chi Minh, con l’obiettivo di ostacolare i rifornimenti nemici. Episodi come questo dimostrano come il clima sia già stato trattato come un’arma strategica.


Dopo la guerra del Vietnam, la ricerca non si è mai fermata: studi accademici e militari hanno continuato a indagare l’uso difensivo (disperdere nebbia, mitigare grandine e fulmini) e scenari offensivi più estremi, spesso avvolti da questioni legali ed etiche. La Convenzione ENMOD del 1977 ne ha vietato l’uso ostile con effetti “diffusi, duraturi o gravi”, ma ha lasciato molte aree grigie. Oggi, di fronte all’urgenza climatica, il tema torna d’attualità: esperimenti e analisi si moltiplicano, mentre resta aperta la domanda cruciale — la geoingegneria sarà una soluzione di emergenza o il prossimo strumento di potere e conflitto globale?